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Webinar “Prendersi cura di chi si prende cura” Prima Puntata

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“Nuove problematiche e nuove ristrutturazioni” ai tempi dell’emergenza e dei cambiamenti legati al coronavirus: questa frase potrebbe racchiudere, in maniera sintetica, ciò che è emerso  durante il webinar rivolto agli operatori socio-sanitari, promosso da “L’Incontro” -servizio di supporto psicologico e psicoterapico- della cooperativa Spes contra Spem. Le psicologhe dell’Incontro hanno avviato un processo di pensiero in relazione a quanto sta accadendo in questi tempi di restrizione, concentrando la riflessione su “come” i cambiamenti restrittivi possano incidere nei contesti di cura basati sulla relazione e quanto possano accrescere livelli di stress psico-fisico. Inoltre in relazione all’impossibilità di poter lavorare  “a meno di un metro”, al probabile timore di contagiare o essere contagiato, L’Incontro ha ritenuto necessario creare uno spazio per gli operatori che lavorano, a vario titolo, nelle strutture residenziali, favorendo il  dia-logo tra operatori ed esperte psicologhe delle dinamiche che caratterizzano le strutture residenziali con l’obiettivo di offrire uno spazio di confronto in cui poter esprimere le proprie esperienze.  A  questo dialogo , avvenuto tramite la piattaforma Zoom il 17 Aprile scorso, hanno preso parte operatori di casa famiglia , responsabili di struttura, cittadini interessati al tema e una coordinatrice di un centro diurno, appartenenti alla realtà regionale del Lazio e al sud Italia.

Il dialogo è avvenuto attraverso un “cerchio virtuale”, mediato dalle psicologhe, ed  ogni partecipante ha avuto la possibilità di raccontare la propria realtà e la struttura di appartenenza e di  relazionarsi ai vissuti dell’altro arricchendoli di contenuti propri. In questo modo è stato possibile uno scambio “inter pares” evidenziando differenze ed unicità di ogni realtà e agevolando la costruzione di senso riguardo a cosa sta accadendo nelle realtà che si occupano dei più fragili. Inoltre  la presenza di “semplici uditori” (ovvero educatori e operatori che lavorano in strutture diverse da quelle residenziali) ha reso ricco il dialogo, evidenziando come ci sia un interesse generale ed un  ascolto partecipato alle realtà di cura che si sono trovate ad affrontare nuove sfide, alcune di difficile immaginazione.

Cambiamenti dell’assetto familiare e scoperta delle risorse in epoca Covd-19

Recuperando quanto è emerso nel gruppo , due sono state le tematiche principali che hanno  riportato i partecipanti: i cambiamenti dell’assetto familiare e la scoperta delle risorse. Come è esperienza di tutti, la famiglia è stato il nucleo sociale su cui sono ricaduti  principalmente gli effetti dell’emergenza sanitaria, sia in termini di convivenza in cui i luoghi e i tempi  sono diventati ancora più condivisi all’interno delle pareti domestiche che, al contrario, in termini di distanza, in cui alcuni luoghi abituali  sono stati interdetti e resi non frequentabili a discapito del contatto e della comunicazione non-verbale. Il telefono e mezzi di comunicazione hanno cercato di sopperire a questa mancanza, mostrando tuttavia fin da subito i loro limiti.  L’attuarsi di queste misure di prevenzione si è tradotta nell’impossibilità di vedere i propri cari, come nelle strutture residenziali, o di non vedere gli operatori di riferimento come per  le persone che frequentavano i centri diurni. Il racconto dei partecipanti, quindi, ha descritto questo cambiamento che li ha visti interessati in prima linea. Una partecipante al webinar, infatti, ha raccontato quanto sia stato difficile per l’equipe mediare i rapporti con le famiglie degli ospiti  e filtrare le informazioni che arrivavano da queste, soprattutto quando si trattava di informazioni non piacevoli. Un’altra persona, poi, ha aggiunto che gli operatori del centro si sono trovati in un nuovo ruolo nel dover stimolare i familiari delle persone con disabilità che assistono (quelli impossibilitati a relazionarsi con internet) ad affiancarli durante le video-chiamate per continuare le attività di sostegno. In più tutti gli operatori hanno svolto il compito di farsi ponte tra un dentro ed un fuori, ovvero sulla necessità di spiegare cosa stesse succedendo il motivo dei cambiamenti.
A fronte di questa nuova costruzione di rapporti, i partecipanti hanno evidenziato quanto il  lavoro in generale sia diventato più stressante o fonte di preoccupazione, soprattutto per quegli ambiti di cui non è certa la ripresa, come ad esempio le assistenze domiciliari o i centri diurni.

Riorganizzazione e capacità resilienti

Altro tema riportato da tutti i partecipanti è stato quella della scoperta di riorganizzazione e di capacità resilienti sia degli operatori che degli ospiti. In un certo senso, nonostante i cambi strutturali dei turni o del tipo di lavoro, gli operatori hanno raccontato di un maggiore interesse e di una nuova opportunità  creativa di lavoro a cui la maggior parte delle persone seguite ha risposto con altrettanta creatività.

Il timore del passaggio alla “normalità”

In conclusione, dopo aver condiviso timori, speranze e aver dato respiro ai vissuti di ciascun partecipante, lo spazio di incontro si è concluso con una ultima riflessione rispetto alla fase 2. In particolare ci si è chiesti quanto questa potrà rappresentare un ulteriore cambiamento per chi vive e lavora nelle strutture residenziali: il passaggio alla “normalità” avrà gli stessi tempi per le persone che vivono all’interno delle strutture? La fragilità potrebbe, infatti, richiedere un tempo più lungo di “tutela” di “difesa” delle persone? E inoltre, cosa accadrà quando queste persone potranno nuovamente riprendere a rivedere i loro cari, probabilmente a distanza di un metro in un primo momento, o quando potranno ritornare a frequentare i centri diurni o altre attività esterne? Come sarà per loro ritornare alla “normalità”?
Ci siamo lasciati proprio con una riflessione su quest’ultimo concetto:… quanto la normalità possa essere vista, oggi, con un’idea nuova, disancorata ad un’idea passata, e lentamente in costruzione. Nel salutarci, ci siamo dati un nuovo appuntamento per l’8 maggio alle ore 17:00, per proseguire questo dialogo insieme e riflettere ancora.
Vi aspettiamo!

Articolo a cura della dott.ssa Chiaralisa Falco del servizio “L’Incontro” di Spes contra spem

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