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Studiare, ecco cosa mi piacerebbe fare

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Amir è un adolescente egiziano. Frequenta la scuola, sogna e costruisce il suo futuro un passo alla volta. Anche quando gli altri della classe un po’ insistevano su quanto fosse noioso studiare e non ci si capisse poi molto di quello che stava spiegando l’insegnante, Amir invece ne rimaneva sempre affascinato.

Non è che capisse proprio tutto tutto, sia chiaro… quei libroni gli davano ben più di qualche grattacapo. Con la testa appoggiata sulla mano, bacchettando con la matita sul foglio si concentrava più che poteva per finire per tempo i compiti. Poi, finalmente, dopo essersi stiracchiato ben bene usciva come il vento per andare a giocare con gli altri.

La Primavera araba e la fuga verso l’Italia

E chi se lo sarebbe mai aspettato che, a un certo punto, tutto quello che leggeva sui libri di scuola di fazioni politiche, rivolte, malcontento sociale, lotte di potere si palesasse all’improvviso davanti ai suoi occhi quasi fosse un racconto in 3D?

Amir si trovò, da quindicenne, proprio nel bel mezzo della Primavera Araba. Partì tutto a dicembre 2010 dalla Tunisia e la notizia girò rapidamente su Twitter. Circa un mese dopo, ispirati dagli eventi tunisini, alcuni attivisti organizzarono su Facebook una manifestazione in piazza Tahrir, al Cairo. Meno di tre settimane dopo, l’allora presidente Hosni Mubarak lasciava il potere. Una situazione di incertezza politica ed economica che contagiò rapidamente le regioni vicine.

Nulla sarà come prima, la vita di Amir – così come la conosceva – non esiste più e le sue certezze vacillano. Deve partire. Nel 2012 arriva in Italia.

Il “porto sicuro” dell’Approdo da adolescente

Dopo un primo periodo in Sicilia, raggiunge Roma e viene accolto nel gruppo appartamento Approdo.

Qui inizia pian piano a farsi conoscere dagli operatori e dagli altri ragazzi. Raccontarsi, aprirsi non è mai semplice ma una cosa è da subito chiara. Alla domanda “Amir cosa ti piacerebbe fare?” non ha alcun dubbio, nessuna incertezza: “riprendere a studiare“. Aver dovuto bruscamente interrompere gli studi proprio non l’aveva digerito.

E così Amir viene iscritto in una scuola italiana dove consegue il diploma di terza media. Subito dopo si iscrive alla scuola secondaria di secondo grado. Un grandissimo successo di per sé.

Amir costruisce il suo futuro

Ma ad Amir non basta. È entusiasta di aver ripreso a scoprire cose, conoscere, imparare e non vuole fermarsi proprio ora. Crescendo ha anche capito quale sarebbe stata la sua strada, comincia a sognare ad occhi aperti: diventare un mediatore linguistico per farsi portavoce della tradizione e delle culture del mondo arabo in Italia e permettere ai ragazzi come lui di esprimersi e chiedere aiuto nel miglior modo possibile!

Questo desiderio lo spinge a concentrarsi nello studio fino al conseguimento della laurea in mediatore linguistico.

Oggi Amir lavora come mediatore in diversi progetti di accoglienza.

Quella di Amir è iniziata come una delle tante storie di giovani e giovanissimi che si sono trovati in mezzo a un conflitto loro malgrado; storie di dolore, separazione, confusione, sogni infranti.

A cambiare radicalmente il corso delle cose è stata una scintilla: la scuola, l’istruzione. Che da sempre è motore di crescita e speranza di cambiamento.

Spes contra spem include il diritto allo studio in tutte le sue forme tra i cardini del progetto educativo, come in questo caso all’interno della casa famiglia per minori Approdo.

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