Il problema delle persone con disabilità non è solo la disabilità stessa, ma soprattutto la mancanza di strumenti idonei che garantiscano una vita equa. La Giornata mondiale della disabilità 2024 è stata l’occasione per raccogliere alcuni pensieri di Pino e Patrizia che vivono a CasaSalvatore, la casa famiglia per disabili adulti che gestisce Spes contra spem. A questa si aggiunge CASABLU che ospita disabili gravi.
Quello che emerge è la voglia di sentirsi “normali”, di non essere trattati diversamente, di essere ascoltati e di poter avere la possibilità e il supporto per fare più attività.
“Mi chiamo Pino e sono una persona con disabilità. Essere una persona con disabilità a volte è molto difficile e abbiamo bisogno di essere aiutati: noi abbiamo bisogno di essere capiti e ascoltati. Ci sono delle cose che vorrei fare (leggere, scrivere, disegnare, ascoltare la musica) ma non riesco a farle quanto vorrei perché gli operatori spesso hanno tante cose da fare. Vorrei che ci fossero più persone ad aiutarci (operatori, volontari e servizio civile)”. Pino.
“Io penso che noi disabili dovremmo essere trattati come le altre persone. Molta gente ci prende in giro, ci fa i dispetti, questo non è giusto”. Patrizia.
I pensieri di Pino e Patrizia, due persone con disabilità fisica e mentale, rappresentano un’importante occasione di riflessione. La loro percezione della disabilità e della vita che ne deriva richiama un tema cruciale: la libertà di autodeterminarsi. Spesso, questa libertà non è limitata tanto dalle loro capacità quanto dalla mancanza di risorse, strumenti e servizi dedicati. Sono questi a dare concretezza ai diritti che una società civile dovrebbe garantire a ogni persona.
Non basta credere nel valore dei diritti, è necessario tradurli in azioni concrete affinché il diritto sia tutelato e garantito. Il rispetto della dignità e della capacità di autodeterminazione di ogni individuo deve partire da un solido fondamento etico e civile, trasformandosi in leggi efficaci e in risorse tangibili.
Il vero ostacolo non è la disabilità in sé – che può derivare da patologie, ritardi cognitivi o altre cause – ma l’assenza di contesti, strumenti e condizioni che riducano l’handicap e permettano a ogni persona di esprimersi pienamente e di scegliere liberamente il proprio percorso di vita.
Una vera inclusione non solo garantirebbe i diritti fondamentali, ma arricchirebbe anche la nostra società del contributo unico di ciascuno. Perché ogni persona, con la sua diversità, ha qualcosa di irripetibile da offrire, lasciando un segno di senso e bellezza nel mondo che ci circonda.