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Tutto iniziò con una FIRMA…

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Tutto iniziò con una FIRMA…

 

Era l’anno 2000, il Credito Artigiano, la nostra banca di zona, stava per concederci un prestito di oltre mezzo miliardo di lire… per accettare la proposta voleva però che ci facessimo garanti di quel prestito impegnandoci personalmente. Firmammo una fidejussione  da un miliardo, per poter costruire quindi casablu, la prima casa-famiglia per persone con grave disabilità. Due anni dopo altra firma, quella della mamma e del papà di Salvatore, su un assegno da trecento milioni per poter acquistare una altra casa famiglia. Subito dopo un’altra firma, sempre la loro, stavolta su un mutuo da centomila euro. (Era l’anno del passaggio della lira all’euro). Altri due anni, altra firma, stavolta quella  di Antonio, su un bellissimo progetto per una casa-famiglia per minori, che vinse un finanziamento importante e ci permise di acquistare l’approdo. Fino ad arrivare all’ultima firma, in ordine cronologico, per ora, la firma dei parenti di Tiziana che hanno donato l’eredità di  una casa dicembre del 2011.

Tiziana era una persone con disabilità che viveva a casablu. Capiva con tanta fatica e con ancor più fatica si esprimeva. Ma chi la ha incontrata, chi con anni di pazienza ha imparato a decifrare il suo linguaggio, semplice ma pieno, ha imparato ad amarla. È il meccanismo dell’amore tra persone è sempre lo stesso, si conosce, si apprezza l’altro, per ciò che è e anche per ciò che non è. Così è stato per tanti anni per Tiziana a casablu, la casa famiglia che la ha accolta. Per aiutarla a mangiare ci voleva tanta pazienza, per farle ingoiare le medicine bisognava parlarle, convincerla, e lei era testarda e non ne voleva sapere, una lotta giocosa tutti i giorni che finiva poi con abbracci, ristate e battute pungenti che Tiziana non risparmiava a nessuno.

Era amata proprio per questo. Aveva sempre una parola che definiva anni di relazioni. Una sintesi direi introvabile. Un giorno di novembre Tiziana si ammala. Banale influenza, lei è cagionevole di salute e viene ricoverata in ospedale. In ospedale le regole sono ferree. Le persone che per anni si sono prese cura di Tiziana possono entrare solo negli “orari di visita”. Per il resto Tiziana resta sola. E oltre lo sconforto per una persona ammalata e sola ci sono tutte le complicazioni per una persona che non sa comunicare in modo “normale” e che non ha bisogni “normali”. Difficile quindi per gli infermieri somministrare la terapia, ascoltarla mentre la mattina cercava di dire “ho freddo con le finestra aperte a novembre”. Sopraggiunge la polmonite, contratta in Ospedale. Così il dodici dicembre del 2004 Tiziana è morta. Inascoltata. Da sola.

È passato del tempo da allora, anni. Il tempo necessario a trasformare una storia triste in speranza. Per tante altre persone come Tiziana. È la Speranza che da tanti anni ci anima: Spes contra spem. È il nome della cooperativa che anima casablu, casasalvatore, approdo e semi di autonomia. E’ la Speranza che vince la difficoltà, che guarda lontano, che costruisce…

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