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L’orologio musicale della famiglia Panocchia

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Per nostra figlia Michela, e di conseguenza per noi, la musica è un elemento costante ed immancabile. Potremmo dire indispensabile, assolutamente necessario. A casa nostra c’è sempre una sorgente accesa da cui proviene musica.

Anche tutti i posti che Michela frequenta sono dotati di un apparecchio: un lettore CD a casa dei nonni, un altro nella casa del mare. Se si va a casa di amici, è fondamentale individuare subito una possibile sorgente di musica.

Negli anni i gusti di Michela si sono modificati, attraversando tutti i generi musicali: dalle melodie disneyane, allo zecchino d’oro, ai cantautori italiani, al pop, al rock, al rap e non disdegnando talora la musica classica.

C’è comunque un preciso rituale da seguire, minuzioso, rigidissimo a seconda del momento della giornata o della notte e ogni scostamento, anche piccolo, da ciò che era stato collaudato può essere pagato a caro prezzo. I segni di non gradimento del brano musicale erano – e sono tutt’ora – particolarmente evidenti e vivaci. A quel punto l’unica cosa da fare e cambiare immediatamente cantante e brano.

Dobbiamo ringraziare diversi musicisti che, a loro insaputa, in questi anni ci hanno tirato fuori da situazioni particolarmente difficili e complicate, contribuendo al benessere di Michela e quindi nostro.

Il primo ringraziamento va a Fabrizio De Andrè che, per tanti anni, con la con la sua bella voce calda e profonda, è stato l’unico in grado di rasserenare Michela in particolar modo la mattina al risveglio, quando era particolarmente agitata e urlava e si picchiava senza risparmiarsi. Bocca di rosa, Carlo Martello Pricesa, il Fiume Sand Creek, Nina che volava?

Ogni momento della giornata ha una sua melodia ed un suo ritmo.

Quando durante il giorno Michela è a casa, c’è maggiore libertà e la musica molto ritmata rimane quella ideale. Infatti a Michela piace molto ballare e lo fa come può: prona sul letto saltella al ritmo della musica con dei balzi che mettono a dura prova le molle del materasso e a tratti scuotono il pavimento (chiedere ai vicini del piano di sotto). Tarantelle, rock and roll, rap, musiche tradizionali portoghesi, irlandesi, brasiliane, arabe, napoletane, cubane, pugliesi, Siur padron dalle belle braghe bianche, liinno di Mameli, Carosone, film di Disney, cantautori, colonne sonore di grandi musical, sigle televisive, il quartetto Cetra, Raffaella Carrà, qualche famosa aria lirica, Mozart, Beethoven, Dvorak la sinfonia del nuovo mondo (II movimento), Celentano… Insomma, si ascoltava e si ascolta di tutto in una continua allegra sarabanda fatta a volte anche di risate e schiamazzi.

La sera Michela ha grandi problemi a prendere sonno che sembra non voler arrivare mai. Negli anni è stata studiata una strategia precisa per favorire l’addormentamento, che ha il suo asse portante nella musica. Infatti bisogna selezionare con cura sia il genere di musica da proporre, sia il livello del volume, sia la gradazione di luci da associare.

Per il genere musicale bisogna fare attenzione che fosse realmente gradito e quel che aveva funzionato una sera poteva non andar bene la sera dopo: in generale James Taylor, Bob Dylan, Joan Beaz e Francesco De Gregori erano i più gettonati ed efficaci. Ultimamente si è aggiunto George Harrison con il Concert for Bangladesh.

Spesso nascono delle dispute fra noi sull’attribuzione di una maggiore o minore efficacia nell’induzione del sonno ad un cantante invece che ad un altro, credendo di interpretare i desideri di Michela, ma in realtà unicamente sulla base dei nostri gusti personali.

Poi c’è la questione volume, veramente spinosissima e dibattuta perché un volume non appropriato può essere alla base di improvvisi risvegli successivi ad un presunto addormentamento, risvegli che possono anche durare ore se non tutta la notte.

Il volume va tenuto non troppo alto né troppo basso: alle volte, succede che non potendone più di quella musica in sottofondo e volendo finalmente dormire in pace, qualcuno di noi decida di abbassare il volume.

Ma la vendetta di Euterpe, la musa della musica, generalmente non si fa attendere: ed ecco, di lì a pochissimi minuti, ci si sveglia del tutto, si ricomincia a parlottare, forse a piagnucolare e l’incauto che ha avuto l’idea di abbassare il volume viene rimbrottato in malo modo: “Cosa hai fatto? Hai abbassato il volume troppo presto! Possibile che non impari mai?”.

Anche quando si parte per un viaggio bisogna attrezzarsi. La selezione dei CD da portarci appresso apre il campo ad infinite diatribe. Arrivati a destinazione, ci si accusa a vicenda: “Ma cosa hai portato? Te l?ho detto mille volte che questo CD non va. E quest’altro? L’abbiamo forse portato a prendere aria? L’abbiamo portato in villeggiatura?”.

Anche le numerose persone che frequentano casa nostra per aiutarci con Michela conoscono benissimo l’importanza della musica. È interessante notare come ognuno tenda a proporre un repertorio musicale che in realtà piace a loro piuttosto che a Michela: cosicché per esempio alle nostre amiche africane piace tantissimo Raffaella Carrà, alle nostre amiche dell’est Pausini e Celentano (per la verità non apprezzatissimi da Michela).

C’è anche una lista nera: alcuni autori, come Gaber e Paolo Conte, che pure qualcuno di noi ama, non sono affatto graditi da Michela anzi la innervosiscono per cui sono stati messi all’indice senza rimpianti.

Un capitolo a parte merita Ambrogio Sparagna e la sua “Chiara Stella”. Michela è una grande appassionata di queste musiche popolari italiane e non si è persa un concerto all’Auditorium Parco della Musica. Quest’anno poi, è andata a vedere la mamma che cantava in un coro gospel. In queste performance dal vivo, Michela si scuote avanti e indietro con il tronco sulla sedia a rotelle, sfrenandosi e lasciandosi trascinare dal ritmo della musica.

Ma si sbaglierebbe a pensare che per Michela la musica ha solo una funzione di ascolto passivo. Michela ha un orecchio musicale incredibile ed è intonatissima.

Per anni ha comunicato ripetendo strofe di canzoni in contesti appropriati al contenuto. Quando era più piccola per esempio, al nostro rientro a casa, cominciava a canticchiare “c’è qualcosa di grande tra di noi” (Lunapop). O più recentemente ha cantato due strofe intere di Besame Mucho al suo istruttore di terapia in acqua con cani (l’acqua è l’altra grande passione di Michela). O quando chiama la mamma ripetendo la melodia consoliana guardo una foto di mia madre”.

Michela suona lo xilofono al laboratorio di musica

Ma Michela non solo ripete le strofe delle melodie, ma utilizzando la melodia di una canzone appena ascoltata, ne modifica le parole: immaginatevi la melodia per esempio di buonanotte fiorellino le cui parole siano sostituite da “voglio andare nel mio lettino” o “sto per innervosirmi”.

Michela è una grande fan della sorella Chiara, che suona il basso elettrico. Quando Chiara si esibisce davanti a Lei, Michela è l’unica della famiglia che sorride e salta sul suo letto entusiasta. Rivolge degli sguardi dolcissimi e languidi alla sorella.

Michela inoltre fin da piccola a modo suo ha sempre fatto musica, suonando, certo in un modo molto originale, pianole, xilofoni, percussioni. Anche una parte della sua riabilitazione comprende dei laboratori musicali, in cui Michela si diverte tantissimo.

In questi anni, abbiamo imparato che effettivamente la musica è il grande linguaggio che supera differenze e barriere e, come ha detto un grande filosofo, “senza musica la vita sarebbe un errore”.

La nostra casa, che pullula di CD, custodisce gelosamente la variegata colonna sonora della nostra vita familiare di questi anni. Ancor oggi il regalo più bello che chiunque possa fare a Michela continua ad essere sempre un nuovo CD.

 

Nicola e Liliana

(papà e mamma di Michela)

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Codice Fiscale 04201901008


Ringraziamenti speciali

Altri ringraziamenti devono essere rivolti anche a Jovanotti, Francesco de Gregori, James Taylor, Renato Carosone, Fred Buscaglione, Gabriella Ferri, Raffaella Carrà, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, i Beatles, Bob Marley, Celentano Cat Stevens, Simon e Garfunkel, e purtroppo musiche alle nostre orecchie, ormai avanti con gli anni, meno gradite quali Nirvana, Ramones, Green Day, Rage Against the machine, Clash per arrivare ai rapper, veramente alternativi quali fabri Fibra. Sicuramente il catalogo non è completo e non vorremo sembrare irriconoscenti nei confronti di qualche artista.

I nostri ringraziamenti devono andare anche a chi ha voluto, progettato e realizzato il Parco della Musica uno dei pochi luoghi a Roma frequentabile e fruibile per chi ha disabilità motorie e cognitive. Un luogo all’altezza delle grandi metropoli europee.

 

 

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