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L’Incontro

Il servizio di supporto e psicologico e di psicoterapia ideato e promosso da Spes contra spem. Chiaralisa Falco, psicologa e psicoterapeuta, ce lo racconta attraverso il suo lavoro e la sua esperienza

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L’Incontro è un servizio di supporto psicologico e di psicoterapia della cooperativa Spes contra spem onlus orientato principalmente a sostenere i familiari delle persone con disabilità e dedicato a tutte le persone che vivono una qualsiasi forma di fragilità per la quale diventi opportuno l’intervento di un esperto nel campo della Psicologia.

Questo servizio nasce dall’esperienza di tre psicologhe che, lavorando per diversi anni nelle case famiglia di Spes contra spem, hanno potuto osservare da vicino e partecipare alle dinamiche che comportano l’essere genitore, fratello o comunque familiare di una persona con disabilità.

Le psicologhe hanno  potuto studiare le emozioni, le paure e le attese che l’intero sistema familiare è portato a vivere quando uno dei propri componenti necessiti di attenzioni specifiche a lui dedicate.

Questo lavoro ha portato a un interrogativo: sono anche i familiari ad aver bisogno di cure specifiche e di un sostegno psicologico esperto?  

Il saluto di un padre

Un’immagine, tra tutte, potrebbe aiutare ad abbracciare la genesi di questa domanda e il senso con cui nasce il servizio. Si tratta di un’immagine  che fa riferimento a un evento semplice nel suo accadere ma carico di significati ed emozioni: il saluto di un padre nei confronti del figlio.  

Accadde diversi anni fa. Ero andata a prendere uno degli ospiti di una casa famiglia nella sua casa d’origine, dov’era tornato per il consueto rientro familiare settimanale (in base a quanto previsto dal PEI, Progetto Educativo Individuale, che per tutelare la continuità dei legami e la dimensione intima familiare prevede dei rientri a casa a cadenze prestabilite ulteriori ai giorni delle festività).

In quell’occasione, come nelle precedenti, avevo assistito al saluto di un uomo maturo che saluta il figlio di mezza età e lo affida a un’operatrice più giovane per essere riportato in casa famiglia.

In realtà, non accadde nulla di diverso rispetto ai saluti precedenti, ma per la prima volta iniziai a pensare a quanta fiducia quest’uomo stesse riponendo in me, a quanta tristezza e fatica gli costasse questa fiducia, al dispiacere dovuto al distacco e al contempo al senso di sollievo che aveva potuto provare vedendomi. Pensai anche alle attese disilluse di un padre che aveva riposto nella nascita del figlio e a come quella nascita aveva influenzato gli equilibri della famiglia e della coppia.

Nei giorni successi rilessi tutti quei rimproveri, forse un po’ aggressivi, che quell’uomo spesso rivolgeva a piccole inadempienze degli operatori della casa famiglia non come una forma di svalutazione ma come una forma di protezione della sua identità di padre e della sua funzione genitoriale.

Era come se volesse dire “non potete occuparvi bene di mio figlio quanto me ne sarei potuto occupare io”.

Il dolore, la fatica, la preoccupazione, il senso di colpa sono emozioni molto vive nei familiari di una persona con disabilità, così come le gioie o le conquiste. Tuttavia le prime sono espresse più  spesso ma raramente trovano uno spazio di elaborazione con un esperto, in cui possono essere pensate, raccontate e condivise.

 Le famiglie non devono isolarsi

In genere, quello che accade è che le famiglie si trovino in contesti di gruppo che danno vita ad associazioni in cui avviare il confronto tra persone che vivono esperienze simili (o dissimili) in modo da far circolare vissuti e proporre soluzioni ai problemi, creando quando possibile spazi ludici e di aggregazione.

Accade anche però che il sistema familiare si chiuda in una solitudine sociale tale da portarle ad affrontare il problema unicamente  “dal di dentro”.  Il processo che si innesca è quello di un sistema convergente che codifica la maggior parte dei problemi legati alla disabilità come risolvibili unicamente dallo stretto nucleo familiare, facendo convergere la gran parte delle energie personali  dei singoli componenti e assottigliando le attitudini individuali nella progettualità familiare.  

In questa progettualità anche l’aspetto lavorativo, e di conseguenza quello economico, risentono del processo di consapevolezza e di riorganizzazione che accompagna la nascita di un figlio con disabilita.

La famiglia è, in questo modo, portata a vivere disagi differenti e protratti nel tempo.

Il ruolo e il servizio de L’Incontro

È soprattutto per questo motivo che l’Incontro-servizio di supporto psicologico e psicoterapia è stato pensato  a costi sociali e inserito in un contesto di cooperativa per permettere alle diverse realtà di accedervi.

Diventa dunque centrale, all’interno del progetto globale della presa in carico di una persona con disabilità, il benessere dei familiari attraverso la costruzione di un spazio di ascolto in cui sia possibile accogliere le domande e offrire una risposta agli interrogativi originati dal disagio e dalla sofferenza psichica.

L’Incontro nasce dunque come risposta alla necessità di vivere emozioni, elaborare vissuti, costruire forme d’intervento e recuperare spazi individuali di espressione personale.

In quest’ottica, L’incontro è stato ideato contemplando la possibilità di interventi domiciliari, attraverso i quali “incontrare” le esigenze delle persone. È rivolto all’individuo, alla coppia, alla famiglia (attraverso interventi specifici svolti da psicologhe specializzate in questa pluralità di richiesta).

Uno spazio viene anche riservato alla costruzione di “gruppi di sostegno psicologico”, attivati in base alle richieste dei familiari afferenti al servizio, in cui gli individui possono  confrontarsi su problematiche e tematiche comuni. Con il duplice obbiettivo di alleggerire il vissuto e di poter attivare risorse e soluzioni a problematiche spinose e dolorose.

L’incontro è parte della cooperativa Spes contra spem, cooperativa “fatta di persone che si occupa di persone” e si costituisce come un pezzo di un grande puzzle composto da quattro case famiglia (Casablu, Casasalvatore, Approdo, Semi di Autonomia), “Assistiamoci” (servizio di assistenza domiciliare), “Una ricetta per due”( servizio di catering sociale) e la costituzione della Carta dei diritti delle persone con disabilità in ospedale. In questo contesto, dunque, L’Incontro esprime una sensibilità specifica nei confronti della persona, vista nella sua totalità, apprezzandone anche e soprattutto gli aspetti più fragili.

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