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Emergenza case famiglia

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Emergenza case famiglia

Appello per l’adeguamento delle rette

Le case famiglia di Roma chiuderanno, a meno che non venga attuato un adeguamento delle rette necessarie. Non ci sono altre speranze se non questa.

Casa famiglia Casablu - Roma

Vogliamo continuare a poter raccontare storie “colorate e bellissime” di persone con disabilità che sorridono; di minori maltrattati che ritrovano speranza; di donne sole e con figli, con vite piene di dolore, di abusi e scelte sbagliate, che ritrovano una vita dignitosa e serena. Tutto questo ha un prezzo.

Strutture come gli istituti farebbero risparmiare soldi (pochi) ma significherebbero solitudine e spersonalizzazione per chi dovesse abitarvi. Non vogliamo più realtà nelle quali chi vi lavora è costretto a somministrare calmanti per sedare venti persone ammassate in uno stanzone.

Sostenere le case famiglia significa tutelare la dignità dei cittadini più fragili e riconoscere la qualità e il valore di chi ogni giorno si dedica a questo.

A parlare nella testimonianza che segue è Mariangela, proprio una di quelle persone che ogni giorno fa del suo lavoro un continuo impegno a far sì che questi diritti non vengano violati! Queste le sue parole per il Prefetto, il Sindaco e gli Assessori:

 

 Mariangela - responsabile casa famiglia Casablu - RomaSono la Coordinatrice di una delle due Equipe di lavoro della casa famiglia CASABLUdove vivono 12 persone adulte con disabilità e dove lavorano 20 persone, e che oggi riesce a sopravvivere solo grazie ai donatori.

Il tempo stringe e la preoccupazione sale. Scrivo, quindi, a nome e per conto delle persone che ospitiamo per rappresentarLe, che, se il tema “rette inadeguate” non verrà affrontato in modo significativo, non arriveremo al prossimo anno. Rappresentiamo la parte più fragile della città, che non ha voce, se non la nostra, per farsi sentire.

Sono i suoi concittadini più belli e che più hanno bisogno di concretezza. Persone con molteplici e variegati bisogni e altrettante risorse da offrire alla loro città, se posti in condizione di farlo. Non uomini e donne destinati a trascinare la vita sopravvivendo al soddisfacimento di soli bisogni essenziali, ma persone con una potenziale unicità da esprimere in un territorio, in un comune, in uno stato che sappia offrire loro opportunità, risorse, strumenti, spazi di espressione, luoghi di relazione e d’incontro e sappia porre al centro la fragilità come forza da cui trarre ricchezze inaspettate.

Si tratta come sempre di scelte. Ed in prima persona credo che siano ancora possibili scelte che mettano al centro l’umanità, per fare dei nostri quartieri luoghi di pace e di vita piena per tutti. Questo si chiede di fare ORA, oggi, nei prossimi giorni, passi e scelte concrete perché l’esistenza delle persone che vivono nelle nostre case e per cui ci spendiamo, è un fatto altrettanto reale e concreto tutt’altro che astratto o ideale! Lo stesso vale per il nostro lavoro e tutte le professionalità messe in campo.

Io, la mia èquipe di educatori e di assistenti, ce la mettiamo tutta. Ma da soli, senza le risorse del Comune, non ce la facciamo. Casa al plurale con tutti noi ha realizzato in questi anni uno studio serio sui costi delle case famiglia (link).

Purtroppo con le rette attualmente previste dal Comune, sarebbe possibile retribuire un’ora dei lavoratori con 2,88 euro nel caso delle strutture per i minori e 8,10 euro LORDI nel caso delle strutture per le persone con disabilità! È chiarissimo che con un finanziamento del genere è IMPOSSIBILE gestire servizi di qualità!

Per dare assistenza nella legalità è urgente erogare tariffe adeguate… Quelle attuali sono meno della metà di quanto servirebbe!“.

 

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