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Una storia di sport, solidarietà e crescita nella comunità

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Quella di Abdo è una delle tante storie difficili ma anche di successo, passate per la casa famiglia Approdo. Grazie al lavoro degli educatori della casa famiglia e dei tanti amici, che lo hanno sostenuto ed accompagnato passo dopo passo, oggi è un ragazzo solare e indipendente. Ecco come raccontano di lui sulla rivista Correre:

“[…] Abdo è un ragazzo speciale, vive in Italia da tre anni, proviene dall’Egitto, all’età di 15 anni lascia la madre e la sorella nella città di Tanta, a circa 100 km a nord di El Cairo. Grazie al sostegno della casa famiglia Approdo di Roma ha trovato un porto sicuro, un focolare accogliente dove, con il supporto di educatori e amici, può vivere una seconda possibilità. In questi anni Abdo ha imparato un mestiere nella ristorazione e da circa un anno corre e si diverte tra le strade di Roma.

Gli ospiti della casa famiglia APPRODO sono ragazzi tra i 15 e i 18 anni, sia italiani che stranieri, che non hanno più la famiglia di origine come punto di riferimento. I ragazzi sono accompagnati verso il pieno inserimento sociale grazie al lavoro degli educatori. 

La storia di Abdo e della sua voglia di volare incontro ad una nuova vita ce l’ha raccontata Alberto Pietromarchi, la sera della festa dei 18 anni del nostro amico Abdo.

Alberto è un appassionato di sport e membro del consiglio direttivo di LUCONLUS, un’associazione umanitaria senza fini di lucro nata per tenere vivo il ricordo di una persona speciale, Luca Grisolia. L’associazione si propone di impegnarsi in attività di solidarietà, beneficenza, formazione e assistenza umanitaria.

[…] Come dicono gli educatori della casa famiglia Approdo «Abbiamo bisogno di Amici, di qualcuno che abbia piacere di vivere la nostra comunità in maniera totalmente disinteressata, di sostenerci nei momenti difficili, di divertirsi insieme a noi, di confrontarsi, di entrare a far parte della famiglia».

Così è stato e lo sport ha fatto breccia. Abdo corre e corre anche bene, ha preso parte a diverse manifestazioni tra cui la maratona di Milano a staffetta. La Onlus Sport Senza Frontiere è la sua bandiera di cui veste la maglia in gara. Un arrivo a piazza Castello insieme a Giorgio Calcaterra che ricorderà per sempre e da quel momento non si è più fermato.

Volontaria e Abdu gara di corsa roma

Con Abdo e i suoi amici, è stato un lavoro di attesa e stimolo, Alberto e i volontari della LUCONLUS sono entrati nella casa famiglia, con il supporto degli educatori, mangiando alla loro tavola, poi, piano piano, li hanno portati nelle manifestazioni sportive romane e non solo, facendoli correre la domenica mattina tra le vie di Roma, coinvolgendo allenatori e atleti sono riusciti ad ottenere ottimi risultati.

[…] Abdo con il compimento della maggiore età ha dovuto lasciare la casa famiglia Approdo. Ha tagliato ancora un cordone, la sua vita è entrata in una nuova fase. Indipendente economicamente, adesso abita in un appartamento con il suo amico Karim. Insieme si stanno giocando al meglio la loro seconda possibilità, inviando i soldi a casa alla mamma e alla sorella, Abdo è un esempio per tutti i ragazzi italiani. Ha lo sguardo acceso dei figli della nuova Africa, la sua primavera non si è spenta davanti ai tumulti di “Piazza Tahrir”, è scappato via dal dolore e dai drammi di un paese spaccato.

Abdo ora potrà soffrire ma di gioia, chilometro dopo chilometro, senza mai essere solo, fino alla finish line. Dedichiamo ad Abdo le parole di una sua amica, Marcella, con cui ha corso la staffetta della maratona di Milano 2015.

«A Milano io ho avuto la fortuna di andare con i ragazzi della casa famiglia Approdo. Ho viaggiato insieme a loro non solo fisicamente ma attraverso i loro racconti, le loro espressioni, il loro modo di stare al mondo. Mi porterò dentro il sorriso di Abdo e il suo desiderio di dimostrare che è già un uomo e che è in grado di prendersi cura della madre e della sorella ma che in realtà è ancora un ragazzo desideroso di affetto e di cure amorevoli».

Buona fortuna Abdo e buon passo fino alla tua prima medaglia!”.

Leggi l’articolo completo sul numero di febbraio 2017 di Correre.

 

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