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La “banda delle matte”.

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Ricordo bene il mio primo laboratorio di arteterapia a CASABLU, la prima parola di accoglienza l’ha detta Giulia sfogliando le sue foto: “vaf…….”, a seguire Maria Grazia ha continuato a ripetermi “io non so disegnare” e infine Luca mi ha pregato di mettere almeno una decina di volte “Questo piccolo grande amore” di Baglioni.

Tra gli appunti delle prime due ore si può leggere:

“Oggi ho capito che:

– mille colori di qualsiasi genere, per Giulia, non valgono nemmeno un quarto di foto;

– Maria Grazia è una pittrice espressionista, ma ancora non lo sa;

– il momento in cui premi il tasto play del cd di musica italiana, corrisponde al momento in cui Luca afferra il pennarello”.

È stata chiara da subito la necessità di valorizzare le diverse forme di espressione con cui ognuno si è sentito più in sintonia. Insieme abbiamo cercato una condivisione spontanea e aperta all’ascolto di linguaggi diversi.

È passato un anno e mezzo e oggi sono felice di continuare i miei laboratori con tre frizzanti donne: Maria Grazia, Patrizia e Angela che si sono autodefinite “la banda delle matte”. Sono sempre grate di avere la possibilità di partecipare ai nostri incontri, perché, come ripetono ogni giovedì, “insieme riusciamo a rilassarci”, perché “raggiungiamo ciò che abbiamo dentro” e perché “è così bello che non ci accorgiamo nemmeno del tempo che passa”

 

Fino a poche settimane fa, c’era un altro appuntamento a CASABLU: ogni mercoledì io e Giulia (che ci ha lasciati poche settimane fa) chiudevamo la porta del salotto, in pochi sapevano cosa succedeva là dentro! La stanza era buia e da fuori si sentivano solo le solite parolacce di Giulia alternate a grandi risate. Per poco più di un’ora a settimana avevamo la possibilità di parlarci attraverso ciò che ci piace: video e fotografie.

Oltre alle sue numerose foto stampate che conservava gelosamente nello zainetto, avevamo a disposizione una macchina fotografica e un proiettore. La faccia di Giulia veniva proiettata così in tempo reale sul muro del salotto, come fosse la protagonista di un film o come se si stesse specchiando sul grande muro di casa. 

La prima volta che abbiamo usato questo “gioco” Giulia è rimasta molto stupita dicendo solo iiih guà”, indicando la proiezione come se fosse pura magia e stando in silenzio, concentrata per molto tempo quasi a sfidare la propria faccia a ripetere gli stessi movimenti. A volte, ci giocava come se fosse un vero e proprio personaggio con cui dialogare e a cui dare istruzioni sulle cose da fare durante il giorno “a nannà”, “zitta eh”. Altre volte invece, rivedendo i video registrati in precedenza, scoppiava a ridere e cercava il mio sguardo battendo il dito sulla fronte, come a voler dire “questa è matta!”. Sapeva che tra due matte con la stessa passione ci si intende bene.

 

 

La cosa più bella che rivedo a CASABLU ogni settimana è lo sguardo di chi ha la libertà di sperimentare strumenti diversi per comunicare, affinché ognuno possa trovare il proprio, per ascoltarsi e farsi ascoltare.

Jessica

Arteterapista per Spes contra spem

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