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Un delicato fiore di Anar: storie dall’Afghanistan

La mamma di Anar racconta come in una pagina di diario la sua storia: dalla gravidanza, alla fuga in Italia, fino all’incontro con il progetto Comunità in crescita

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Avevo poco più di 30 anni quando sei nata. Sei stata un dono e mi hai sconvolto la vita, letteralmente. Sì perché i nove mesi che ti ho portato in grembo avevo una terribile paura di quello che stava succedendo intorno a noi, anche se Kabul distava centinaia di chilometri di distanza da casa nostra.

Mi chiedevo se fosse un bene che nascessi in questo brutto mondo fatto di violenza, di paura, soprusi e tanta povertà.

Ti ho parlato tanto mentre fuori rimbombavano i fragori delle bombe, i sibili dei missili… ho cercato di rassicurarti come potevo e scusami se a volte anche io mi sono lasciata andare alle lacrime e allo sconforto. Sai nemmeno per me è stato semplice, diventavo sempre più pesante… il mio corpo stava cambiando in fretta nel rigido inverno e tutto mi sembrava davvero troppo complicato. Anche i pensieri si facevano più pesanti.

Amore incondizionato

Eravamo solo tu e io, ci siamo fatte forza a vicenda. Ti sentivo crescere dentro di me e a un certo punto non so come e perché, ma mi sono innamorata follemente di te e non vedevo l’ora di incontrarti.

Sei arrivata quando le campanelle rosse dei fiori di melograno dei due alberi dei vicini dondolavano al vento, quasi a volerti accogliere e cullare. Una nuvola rossa che ti salutava alla finestra. E ci siamo andate spesso sotto alle sue fronde ombrose che davano sulla strada nelle nostre brevi passeggiate. Lì ti carezzavo cantandoti una ninna nanna.

Anche per questo ho deciso di chiamarti Anar (ndr. il nome persiano del melograno) perché quegli alberi mi hanno fatto compagnia ogni giorno mentre ti aspettato. Sai che nel Corano l’Anar è nominato come uno degli esempi delle cose belle create da Dio. Avrò sempre cura di te mi ripetevo. Così appena possibile siamo fuggite dalla nostra casa, dai brutti ricordi, dalla situazione socio-politica complicata per cercare una nuova vita in Italia, a Roma. Lì non era più sicuro per noi.

La solitudine e il progetto Comunità in crescita

Forse non mi sono mai sentita così sola in vita mia e tu mia piccola Anar eri tutto ciò che mi rimaneva. A te dedico la mia intera vita e le giornate ruotano intorno ai tuoi ritmi e ai tuoi bisogni. Ma avevo bisogno di aiuto, non potevamo farcela da sole.

Stavi per compiere un anno quando ci hanno inserito nel progetto Comunità in crescita e hanno cercato di convincermi a fare cose insieme a te e con altre mamme con bambini “che ci faceva bene” dicevano.

Non ero molto convinta, perché non erano proprio vicini i posti dove dovevamo andare e spostarsi in una città così grande come Roma un po’ mi faceva paura.

Ma che gioia quando ti ho visto sorridere e divertirti insieme agli altri bambini. Ascoltavi con curiosità e stupore i suoni e le voci durante il corso “musica in fasce” ma è quando abbiamo partecipato al corso di acquaticità che ti ho visto felice e rilassata come quando ti cullavo sotto il melograno ancora in fasce.

Non mi aspettavo che queste attività ti facessero crescere così in fretta, ma anche il pediatra e i maestri dei due corsi che abbiamo seguito hanno notato quanto fosse migliorato il tuo sviluppo psicomotorio in questi mesi.

La forza di poter contare su una rete

Grazie a Comunità in Crescita, frequentando questi corsi insieme a te ho conosciuto tante mamme sai e magari qualche volta ci incontriamo al parco insieme ai loro bimbi, ti andrebbe?

Sono molto simpatiche; a loro ho raccontato un po’ di noi e anche loro mi hanno raccontato delle loro storie, delle loro famiglie. Oggi finalmente mi sento di poter contare su qualcuno, di far parte di qualcosa ed era tanto che non mi sentivo così. Ci siamo scambiati consigli, paure, e qualche ricetta.

Mi stanno aiutando tanto ad ambientarmi in questa città e a scoprire cose nuove. Proprio come te, anche io devo imparare un sacco. Prima di Comunità in crescita ero più timorosa e non avevo voglia di uscire dai “soliti percorsi”. Ora mi sento più forte e non vedo l’ora di farti vedere a piccoli passi questa enorme città piena di cose belle e sorprendenti.

La paura di perderti

Mia piccola Anar, ora l’asilo nido ti porterà via da me per qualche ora al giorno; non è facile nemmeno per me, sai? Siamo sempre state insieme, inseparabili. Ma è importante, questo mi ripeto sempre quando mi viene un po’ di tristezza, perché tu giocherai con altri bimbi come te e io userò questo tempo per fare un corso di italiano che migliorerà la nostra vita qui.

La mia paura di perderti si trasforma in gioia vedendo quanto il tuo sorriso diventi più grande e luminoso da quando giochi e “parli” con altri bambini. Fai passi da gigante per rimanere al passo con i bimbi più grandi. E lo vedo come diventi più sicura di te man a mano che trascorrono le settimane da quando hai iniziato la scuola.

Comunità in crescita ci ha aiutato a incontrare tante altre persone con cui condividere le nostre giornate che si arricchiscono di nuove esperienze. E il corso di acquaticità che abbiamo ripreso dopo l’estate ci dà sempre più energia e voglia di fare.

Ma mentre tu diventi più grande, come il primo giorno che ti ho incontrata, continuerò a vedere nei tuoi occhi i fiori di melograno.

 

Il progetto è stato selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.

Nomi di fantasia per proteggere la privacy dei protagonisti. Liberamente ispirato a una storia vera di un beneficiario del progetto Comunità in crescita.

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